Un gioco di specchi tra culture, tra contemporaneo e ancestrale, tra musei europei e rituali africani.
Lo specchio di Iyagbon è uno spettacolo multidisciplinare che s’interroga sui differenti regimi di significato incorporati da oggetti rituali divenuti oggetti d’arte. Fra questi oggetti oggi custoditi nei grandi musei etnografici europei, si trova la maggior parte del patrimonio scultorio Africano, traslocato attraverso lo sfruttamento coloniale.
Molti manufatti, maschere e strumenti che possiamo ammirare nei musei
sono stati inizialmente creati per uso rituale, poi acquistati, trovati o rubati per essere esposti. E se provassimo a invertire questo schema?
La compagnia Onyrikon, in collaborazione con lo scultore nigeriano Samson Ogiamien propone uno spettacolo che avrà luogo in diversi musei etnografici e festival d’arti sceniche in Svizzera ed Europa. In ognuno di questi luoghi la scultura di Ogiamien: Iyagbon, sarà prima esposta come oggetto d’arte e poi rubata per diventare oggetto rituale. Il pubblico sarà invitato a partecipare alla migrazione della scultura verso un sito esterno dove avrà luogo un rituale artistico, un tentativo di generare una comunità effimera intorno a un oggetto artistico-magico.
A gennaio 2020 Ogiamien parte per una residenza nella sua terra natale: Benin City in Nigeria, accompagnato da Cainero (regista della compagnia). Lo scultore discende da una famiglia da secoli legata alla tradizione reale di scultura in bronzo, nel 1897 il regno del Benin, inclusa la famiglia Ogiamien, sono stati vittime di una spedizione punitiva Britannica, un massacro e un saccheggio che distribuì migliaia di opere per l’Europa, Svizzera inclusa.
É a Benin City in collaborazione con i fonditori reali che la scultura Iyagbon viene forgiata, non si tratterà pero di un’opera tradizionale ma di una creazione contemporanea in linea con la natura transculturale del progetto.
A giugno 2021 Iyagbon ha viaggiato in Ticino ad Arzo, paese natale di Cainero, per una nuova tappa di sviluppo artistico alle cave di Arzo, luogo di natura e di cultura prezioso al regista.
Il pubblico è stato invitato ad assistere a un’anteprima dello spettacolo, adattato alle caratteristiche del suggestivo paesaggio delle cave. In questo contesto particolare, alcuni elementi di un museo etnografico sono stati ricreati dalla compagnia e la creazione in situ ha messo l’accento sulla seconda parte della proposta: il rituale artistico.